Zero to Hero è uno dei film presentati nel Far East Film Festival in World Première. Esso è diretto da Jimmy Wan che debutta come regista unico, dopo aver lavorato anche a Lover’s Discourse e Lacuna nel 2012. Il film è una biografia sulla vita di So Wa Wai, un atleta delle Paraolimpiadi che è stato un’ispirazione per tantissimi altri atleti.
So Wa Wai nacque nel 1981 con una paralisi cerebrale che gli porta via l’udito e il completo controllo del suo corpo. Nonostante ci fosse la possibilità che egli non avrebbe mai potuto camminare, grazie ai grossi sforzi della madre, riuscirà anche a correre. Venne notato infatti dall’allenatore della squadra paraolimpica di Hong Kong che gli permise di correre la staffetta 4x100m e vincere la medaglia d’oro nel 1996. La famiglia di So però viveva in una situazione molto precaria e finì per degenerare quando, a causa di una malattia, suo padre non poté più lavorare. L’atleta fu costretto quindi ad abbandonare la corsa per lavorare. Qui la sua vita cominciò ad andare a rotoli: sua madre lo costringeva a registrare pubblicità e aveva meno tempo da dedicare agli allenamenti influenzando negativamente le sue prestazioni. Dopo una serie di sconfitte però, So Wa Wai non si perse d’animo e la sua voglia di correre prese il sopravvento. Così nel 2008 alle Paraolimpiadi di Beijin batté il suo stesso record nei 200m con il tempo di 24.64s ed è tutt’ora il campione in carica.
La bravura del direttore sta nell’incredibile realismo che ha creato mettendo in luce molti aspetti, non solo della vita di So, ma anche di sua madre. Evidenzia infatti quanto soffra la mamma di una persona diversamente abile. Costretta a fare più lavori per sfamare la sua famiglia, potrebbe essere considerata come un secondo protagonista del film. In esso infatti si puntualizza quanto sia impossibile quello che la madre di So abbia fatto: dicevano che suo figlio non avrebbe mai camminato e lei lo ha fatto correre. Voleva che suo figlio venisse considerato come tutti, non voleva pietà per un figlio disabile.