Il 13 agosto 2021 resterà a lungo nella memoria dei fan di Evangelion, una settimana fa infatti è uscito in occidente l’ultimo film della saga Rebuild of Evangelion. Hideaki Anno quando produsse Neon Genesis Evangelion, non si aspettava certo che 24 anni dopo, un film, venisse atteso con tale fervore. Ecco a voi la nostra recensione e analisi di ciò che è Evangelion 3.0+1.01.
La recensione come al solito si divide in più parti di cui solo l’ultima contiene spoilers. Le immagini possono considerarsi spoiler, ma senza contesto non c’è pericolo.
Aspetto tecnico
Tecnicamente il film è spettacolare, disegni, animazioni, CGI, sonoro e colonna sonora contribuiscono a rendere la trama e i suoi silenzi sempre godibili. Cominciando ad analizzare l’aspetto grafico, abbiamo dei fondali realizzati magistralmente, specie quelli più mondani e concreti. Distinguiamo perciò i fondali apocalittico mistici che non reggono il confronto in perizia, ma del resto non c’è un modello da ricalcare per panorami biblico/catastrofici. I personaggi sono resi alla perfezione, anche se non è più riconoscibile la marca di Evangelion sui personaggi secondari, che potrebbero appartenere a diversi altri prodotti senza che nessuno se ne accorgerebbe. Caratterizzati e riconoscibili ovviamente i protagonisti e i loro Mech insieme a un invecchiato Fuyuzuki e a dei futuristici Misato, Gendo e Ritsuko.

Le animazioni sono ben fatte, talvolta fluide e naturali, talvolta spezzettate e assurde, ma è tutto voluto. Lo studio Khara ha dimostrato di saper bene usare l’enorme budget, ma ciò non li ha salvati da critiche sulle animazioni. Onestamente, non ho trovato animazioni che spezzassero l’attenzione o che mancassero di enfatizzare le scene in corso, per cui non condivido appieno queste critiche provenienti soprattutto dall’America. La CGI d’altro canto non è prevaricante, ma assume importanza negli scontri e nelle scene apocalittiche. L’impiego di modelli a computer negli scontri è utile a ottenere animazioni spettacolari in modo semplice e funziona anche se talvolta si fatica a seguire la scena, ma questo è un problema di regia.

Parlando invece di audio, abbiamo un doppiaggio totalmente in linea con la drammaticità dell’opera, sia in originale che in italiano. Le voci sono familiari da subito, anche se si nota un timbro marcatamente più maturo per quei personaggi che sono invecchiati. Un sentito applauso ai doppiatori e adattatori italiani che sono stati capaci di catturare lo spirito dell’opera in tutto e per tutto. La colonna sonora di Sagisu è semplicemente eccezionale e sempre al passo, ma rende al massimo nelle scene più mistiche e trascendenti con dei cori cattolici rivisitati e inedite melodie epiche. Le musiche da battaglia e quelle emozionali fanno anch’esse il loro lavoro, ma bisogna ammettere che le melodie più malinconiche sono quelle su cui il film è basato. Per introdurre la prossima sezione infatti basta ricordarsi questo: tra epiche battaglie, catastrofi religiose e sentimenti, su questi ultimi si regge l’ultimo film di Rebuild of Evangelion.

Trama (no-spoiler)
Il film comincia esattamente da dove si interrompe Evangelion 3.333, con i children (Shinji,Rei e Asuka) alla deriva vicino a neo-Tokyo 3, più angeli che umani ormai. Intanto l’organizzazione Wille capitanata da Misato Katsuragi con l’aiuto di Mari sta disponendo in giro per il mondo dei dispositivi per contrastare la corruzione del Near third impact(NTI). In questo film veniamo a comprendere molto meglio l’impatto del NTI sul mondo di Evangelion da un punto di vista pratico. Sembra infatti che non ci siano più angeli da affrontare, ma che sia tutto un conflitto interno dell’umanità, tra la NERV e la Wille. I primi vogliono ancora realizzare il progetto di perfezionamento dell’uomo, mentre i secondi vogliono sistemare le cose e fermarli.
Ayanami che cerca di scoprire qualcosa di nuovo
La trama di questo ultimo capitolo è piuttosto semplice rispetto alla serie originale e ai capitoli precedenti, come già detto il focus è sui sentimenti per gran parte della pellicola. Ma anche gli scontri sono presenti e realizzati magnificamente nel loro contesto, l’obiettivo dei buoni è sempre quello: fermare Gendo Ikari e Fuyutsuki. Essendo l’epilogo di un viaggio, preparatevi a dire addio a numerosi personaggi e a rivederne alcuni come non pensavate di rivederli. Senza aggiungere altro che risulterebbe in un anticipazione non richiesta, consiglio la visione nel caso non vi fosse capitato.

Considerazioni (full-spoiler)
Il film rappresenta in tutta la sua durata, la speranza e la disperazione, presenti in ogni personaggio. La prima è ciò che li porta ad agire, la seconda è ciò che li allontana. La prima metà di film è la disperazione di Shinji, il nostro protagonista che resta in silenzio per lunghissimo tempo, mezze ore per noi, giorni per lui. Ma non ci si può identificare più in lui, è troppo oltre per essere valutato secondo i nostri criteri, lo stesso non si può dire di Rei Ayanami, o meglio un clone della serie Ayanami. Questa come una bambina, riscopre la vita e apprende i sentimenti, il lavoro e la normalità al villaggio 3. Lei pratica tutto ciò che apprende e dona affetto a Shinji che si riprende dalla disperazione per la morte di Kaworu, giusto in tempo per vedere sparire anche lei. Lo spettatore rimane scioccato, ma Shinji no, ormai è cosciente e ringrazia Ayanami dicendole che è lei la vera Rei.
Disperazione
La speranza arriva quando la NERV si dirige in Antartide per concludere il piano per il perfezionamento dell’uomo. Shinji ha ritrovato la forza di salire nell’EVA per concludere quanto è stato iniziato e fermare suo padre. Iniziano qui i momenti Evangelion in cui accadono un sacco di cose pregne di simbologia che non è semplice spiegare senza tirare fuori una bibbia e tanta pazienza. Basti sapere che dove arrivò il secondo angelo sulla terra (Adamo), la NERV ha riportato la luna nera in forma di Santo Graal, l’EVA 13, della disperazione insieme alle due lance di Longino. Tutto ciò serviva a ricreare le ali di Adam e riunire l’umanità. Asuka scende a combattere, ma messa alle strette viene costretta a rivelare la sua natura angelica e Gendo ne approfitta per assimilarla e ottenere il potere di un angelo. Fuyutsuki intanto ci dice addio per sempre dopo aver parlato con l’enigmatica Maria Iscariota che pare avere molti più anni di quelli che dimostra. Fuyutsuki si dimostra un grande personaggio con la sua determinazione piena di dubbi e tristezza.

Gendo non è più colui che conosciamo da un pezzo, alla scomparsa degli angeli, ha iniziato ad agire in prima persona per il suo scopo, utilizzando la chiave di Nabucodonosor per trascendere l’umanità. In un breve confronto verbale con Shinji, lo invita ancora una volta a salire sull’EVA in maniera indiretta e qui si apre la fine di Evangelion. Padre e figlio immersi nella croce del Golgota, condividono gli spazi e i sentimenti in uno scontro trascendentale in cui Shinji impugna la lancia di Cassius della speranza e Gendo quella di Longinus, della disperazione. Oltre al semplice ricambio generazionale, la situazione simbolica è cambiata, non è semplicemente che i giovani sono la speranza, ma è stato un cammino del ragazzo e una discesa del padre. Dopo uno scontro difficile, la Wille dona una terza lancia a Shinji, che unisce le due precedenti e con questa il figlio entra in contatto col padre. La terribile storia di Gendo viene esplicitata in una maniera toccante e alla fine, la barriera tra lui e suo figlio viene eliminata, Gendo ritrova Yui in suo figlio.

Tuttavia il mondo sta finendo ormai, il final impact ha avuto luogo e tocca a Shinji sacrificarsi per ripristinare il mondo e non assistere a un disastro. A Gendo però appare Yui, grazie alla quale decide che non spetta a Shinji il sacrificio, così si immola per il figlio, per dargli un futuro felice, per essere un padre degno. Mentre il mondo viene ripristinato, Shinji si mette il cuore in pace chiudendo i conti con tutti nel mare di LCL in cui avviene il ripristino. Asuka diventa adulta per davvero nella testa, Rei molla le sue illusioni, Kaworu smette di essere un angelo e va via insieme a Kaji. Accade tutto in fretta, ma è tutto molto toccante ad un ritmo da paura. Alla fine vediamo un Shinji adulto in un mondo senza EVA che flirta e fugge con Mari da adulta, poi zoom, il disegno della stazione diventa realtà e titoli di coda.

Rebuild of Evangelion è riuscita a stordire i fan per 15 lunghi anni, ma questo finale è valso l’attesa, aiuta a espandere i finali già visti, prima con Neon Genesis Evangelion e poi con End Of Evangelion. Come gli altri, riporta alla realtà lo spettatore e dona qualcosa su cui riflettere, questa volta grazie ad emozioni ancora più intense. Il film è un’opera d’arte che riesce a parlare al cuore delle persone, non può essere valutato con un numero. Grazie mille Hideaki Anno.