Soul Eater è un manga scritto e disegnato da Atsushi Ōkubo, autore del più recente Fire Force. In questo articolo parleremo però soltanto dell’adattamento animato di studio Bones, in quanto si discosta dal manga verso l’episodio 31.
Con il termine fantastico indichiamo proprio il mondo in cui è ambientato Soul Eater. In ambientazioni al limite dell’assurdo con un Sole e una Luna dotati di volto e una enorme scuola che nel mondo reale non sarebbe neanche immaginabile. Come se non bastasse il direttore della scuola è un Dio della morte e in tutto il mondo ci sono persone pronte a trasformarsi in kishin, creature capaci di portare il mondo nel caos.
L’obiettivo della scuola sarà proprio quello di formare degli abili combattenti, capaci di utilizzare le armi più stravaganti, che saranno i loro partner. Poichè era già tutto troppo normale in questo mondo, c’era bisogno di una parte degli studenti capaci di trasformarsi in armi. Una volta divorate 100 anime tra cui, quella di una strega (sì ci sono anche le streghe), ci si trasforma in Falce della morte.
I protagonisti sono l’apprendista maestra della falce Maka Albarn e la sua falce dal nome non troppo scontato, Soul Eater. Insieme a loro ci saranno il caotico Black Star con la sua arma Tsubaki e il figlio stesso del direttore, Death the Kid con le due armi Liz e Patty Thompson. Tutti con personalità uniche, molto spesso in disaccordo tra loro, riusciranno sempre trovare il modo giusto per affrontare le difficoltà con il potere dell’amicizia. Pur essendo scontato in un’opera shonen e effettivamente monotono in alcuni punti, Soul Eater diventa piacevolmente interessante da guardare grazie alle sue altre qualità.

Un’insaziabile voglia di far ridere mista a tematiche più difficili
L’opera di Okubo è comunque uno scolastico con dei ragazzi come protagonisti. Ogni momento DEVE essere sfruttato per suscitare una risata, capace di farci sentire più vicini a quelli che sono dei quindicenni che combattono per salvare il mondo. Contribuendo alla leggerezza dell’anime, ci sono alcuni episodi non strettamente necessari da guardare che ci fanno ridere ma ci fanno conoscere più a fondo il passato di questo mondo. Vediamo infatti numerosi nomi conosciuti tra cui la figura leggendaria di Excalibur che, in un modo o nell’altro, suscita imprevisti e risate, aiutando a conoscere il backstory della serie.
Oltre al coraggio e all’amicizia vi è anche nascosto uno studio filosofico da parte dell’autore dell’animo umano. Esploriamo il tema della follia, insita in ognuno di noi, soprattutto con il personaggio controverso di Frankenstein e negli stessi protagonisti. Per non parlare anche della corruzione dell’anima, dovuta al desiderio di potere in senso figurato.