
Il 27 gennaio verrà distribuito nei cinema italiani “Nightmare Alley – la fiera delle illusioni, la nuova creatura di Guillermo Del Toro.
Dato che manca pochissimo all’ uscita del film dell’ acclamato regista messicano, ho deciso di parlarvi de “Il labirinto del fauno”.
Approdato al cinema nell’ ormai lontano 2006, “Il labirinto del fauno” fu un grande successo commerciale e ricevette il plauso della critica.
Oltre ad essere diventato un cult del fantasy, è probabilmente considerato il film che, fra tutti quelli realizzati da Del Toro, rappresenta appieno la poetica di un grande genio visionario.

Spagna, 1944, l’esercito franchista sta piegando le ultime frange di resistenza alla “normalizzazione” del paese, ormai quasi totalmente sotto il controllo di Franco. Carmen, una giovane vedova, ha sposato Vidal, un capitano dell’esercito, e lo raggiunge assieme alla figlia dodicenne Ofelia. La bambina soffre per la presenza dell’arrogante patrigno e cerca di aiutare la madre che sta affrontando una gravidanza difficile. Il suo rifugio è costituito dal mondo delle fiabe che si materializza con la presenza di un fauno che le rivela la sua vera identità. Lei è la principessa di un regno sotterraneo e per raggiungerlo dovrà superare tre prove estremamente pericolose.
Con questo film Del Toro propone una narrazione molto particolare, infatti decide di mischiare dei generi che tra loro sembrerebbero non compatibili.
Infatti nel contesto storico in cui è ambientato il film subentrano poi gli elementi fantastici, anche con scene quasi tendenti all’ horror.
Il fantasy viene qui presentato in una maniera assolutamente non convenzionale:
Se solitamente ci troviamo in dei mondi di fantasia, che si discostano dalla realtà del nostro mondo, il film pone sullo stesso piano sia uno che l’ altro mondo.
E se il pubblico che si cimenta maggiormente nel fantasy è quello dei bambini o ragazzini, questa pellicola assume toni decisamente più adulti.
Infatti sono presenti molte scene di violenza (anche abbastanza efferata) e immagini, atmosfere cupe ed inquietanti.*
(*Indimenticabile e disturbante, la celeberrima scena dell’ uomo pallido, la creatura con gli occhi sulle mani!)
Questo era senza dubbio il film più ambizioso di Del Toro, dopo tutto per lui sarebbe stato facile per sbagliare un film di questa portata.
Ma invece di fallire, Del Toro è riuscito a gestire al meglio il miscuglio dei generi e creando un opera personalissima di una bellezza che solo lui sa riprodurre.
In quest’ opera viene trattato dell’ innocenza dei bambini, rappresentata logicamente da Ofelia, interpretata molto bene da Ivana Baquero.
Lei è infatti una bambina curiosa, ricca di immaginazione ma costretta a vivere in un mondo infelice.
Infatti nel mondo reale regnano la crudeltà e la violenza, facendoci pensare che anche nel mondo reale esistono i mostri.
Si può dire infatti che il vero mostro è Vidal, il personaggio più fastidioso del film, interpretato benissimo da Sergi Lopez.
Egli è un capitano che sfoggia tutta la sua spietatezza contro tutti, con i ribelli ma anche con tutta la gente che gli sta attorno.
Per quanto riguarda i mostri, le creature con cui Ofelia interagisce, esse sono bizzarre ed affascinanti, specialmente il fauno.
Lui ad esempio, è una creatura inquietante a vedersi, ma è dotato di una presenza scenica che ipnotizza lo spettatore.
Passando al lato tecnico, Del Toro punta tantissimo anche sull’ estetica.
Con una regia meravigliosamente elegante, egli ci regala immagini di un grande impatto visivo.
Il tutto grazie anche ad una fotografia stupenda, con spesso un’illuminazione d’ambra e un risalto dei colori freddi, specialmente il blu.
Oltre agli ottimi costumi e scenografie, stupendi sono anche gli effetti, il concept design delle creature e soprattutto i trucchi prostetici.
(Infatti il fauno e l’ uomo pallido ad esempio non sono realizzati al computer, ma semplicemente con dei costumi e tonnellate di trucco.) Stupende anche le musiche.
Se non avete ancora visto il labirinto del fauno, recuperarlo immediatamente perché vi siete persi un vero e proprio capolavoro di narrazione ed estetica.
Sono sicuro che vi ammaliera’!!