
In questi giorni è finalmente possibile vedere nei nostri cinema “Nightmare Alley – La fiera delle illusioni”, l’ ultima fatica di Guillermo Del Toro.
Nonostante non stia andando bene al botteghino, la pellicola sta ricevendo ottime critiche.
È davvero un dispiacere sapere che un film che meriterebbe un’ occhiata non venga visto da molte persone.
L’ obbiettivo di questa recensione sarà quindi di far nascere in voi lettori la curiosità che vi porterà a vedere una pellicola straordinaria e audace.
Straordinaria perché la sua narrazione è sostenuta dalla bellezza estetica tipica del regista messicano.
Audace perché tenta di riportare lo spettatore a un cinema d’ altri tempi, risultando quest’ oggi diverso dal solito.

Perché Nightmare Alley è un film atipico.
Ambientato tra gli anni 30/40, il film racconta di un giostraio, Stan, che apprende da dei chiaroveggenti di un luna park un ingegnoso metodo di manipolare le persone.
Dopo che si trasferisce in città con la sua collega e fidanzata, entra in contatto con una misteriosa psicologa che ha assistito ad uno dei suoi spettacoli.
Insieme decidono di truffare un ricco giudice, ma il nostro protagonista si troverà a giocare col fuoco in un vortice di mistero.
Il film ha una trama molto particolare, dettata da un ritmo lento e un’ ottima narrazione, che riprende quella tipica di molti film del passato.
Infatti il film può essere suddiviso in 2 parti distinte ma non scollegate tra di loro, poiché la seconda parte dipende direttamente dal pretesto della prima.
Una narrazione simile a quella del “Psycho” di Hitchcock in sostanza, ma essa e il ritmo non sono le sole cose che rendono la pellicola un’ opera citazionista:
Nightmare Alley è un thriller psicologico che però si fonde con un genere molto di moda negli anni 40, il noir.
Vi sono spesso ambientazioni notturne ( con anche la pioggia), il protagonista è mosso nelle sue azioni da una cupa curiosità e soprattutto vi è la solita Dark Lady, in questo caso la psicologa.
Con questo film Del Toro ci parla della mente umana, apparentemente forte ma allo stesso tempo facilmente manipolabile.
Un Guillermo Del Toro diverso ma coerente con se stesso.
Introducendo il tema psicanalitico, il regista ci presenta un opera che si discosta dalle sue precedenti.
Se i suoi film hanno sempre avuto come colonna portante l’ elemento fantastico, in “Nightmare Alley” esso non c’ è.
Ma nonostante ciò, Del Toro riesce a mantenere la stessa atmosfera dei suoi film, soprattutto grazie al suo stile registico.
La regia quindi, come al solito, rimane dinamica, fluida ed elegante.
Vi sono molte inquadrature che si stringono sui volti dei personaggi, come se la macchina da presa volesse ispezionare i loro pensieri più reconditi.
La fotografia ha come sempre quell’ illuminazione color ambra e risulta più fredda nelle scene notturne.
Ottimi anche anche il montaggio, i costumi, le scenografie e le musiche.
Un cast corale popola il film.
Bradley Cooper è stato semplicemente fantastico nel ruolo del protagonista.
Il suo non era un ruolo facile, poiché interpreta un personaggio che lo spettatore si troverà ad odiare sempre di più per la sua disonestà e vanità.
Ma al contempo ci si immedesima in lui poiché rappresenta quella tipica presunzione che a volte è tipica di tutti noi, una presunzione che può diventare illusione.
Cate Blanchet interpreta favolosamente la psicologa, la tipica femme fatale, infatti è un personaggio attraente ma estremamente misterioso.
Fantastici anche Rooney Mara, Toni Colette, David Strathairn, Willem Dafoe, Richard Jenkins e l’ immancabile Ron Perlman.
In conclusione.
“Nightmare alley” è l’ ennesima prova della grandezza di Guillermo Del Toro, un autore che con le sue storie e la sua estetica riesce sempre ad incantare lo spettatore.
Anche se magari non vi convince, dategli una chance.
Fidatevi che è un film che merita e potrebbe anche pavervi, sarebbe un peccato se floppasse!!