Nella mattinata dell’11 Marzo 2022 su Amazon Prime Video compare la stagione 2 di Upload. Per chi non la conoscesse, in pillole, cominciamo col dire che è una serie che è un mix di tre generi: sci-fi, commedia e drammatico. Ritorna con 7 episodi da 30 minuti circa l’una, per un totale di 3 ore e 30, contro i 10 episodi della prima stagione.
Facciamo una breve introduzione, prendendo in considerazione il primo episodio della prima stagione. Siamo nel 2035; Seguiamo i passi di Nathan Brown, ragazzo malcapitato in un incidente automobilistico. Quest’ultimo è causato da un malfunzionamento di una macchina dal design futuristico, in modalità guida automatica. Il ragazzo, impossibilitato dal riprendere il controllo del veicolo, si schianta. Lo troviamo quindi in una sala operatoria, dove gli si presenta un bivio: venire operato come i comuni mortali o caricare, effettuare l’upload della sua identità su un server. Ciò comporta rimanere il resto della sua eterna vita, finchè i familiari pagano, in un lussuoso mondo digitale sullo stile di The Sims, Lakeview, e mantenere il contatto coi propri cari. Il ragazzo, spinto dalla fidanzata Ingrid, opta per quella scelta.
La stagione 2 di Upload fa ancor più emergere il cupo realismo del mondo reale…
La serie, in entrambe le stagioni, tra scene comiche e pugni di cupo realismo, ci racconta la vita su Lakeview, proprietà della Horizen, e come se la cavano i personaggi non-morti. In particolare, il leitmotiv che porta avanti la serie, è la ricerca della verità circa all’incidente accaduto al protagonista.
La stagione 2 di Upload riprende da dove ci eravamo fermati, proprio da quel cliffhanger da manuale che ci ha lasciati sospesi per 1 lungo anno. Ci stiamo riferendo al fatto che Nathan, per distaccarsi dalla ragazza, ha di sua spontanea volontà effettuato il downgrade al mondo dei 2 giga. Egli finisce nell’ultimo episodio della prima stagione, per un motivo che evitiamo di spoilerare, tutti i suoi giga. Essi non sono altro che i bassifondi di Lakeview, dove le persone che non possono permettersi la lussuosa vita del mondo di sopra, vengono condotti in quella specie di carcere-manicomio di avatar. Lì, come nei piani tariffari telefonici di molti anni fa, hanno a disposizione 2 giga mensili, che sono costretti a utilizzare con parsimonia, pena il freeze dell’avatar sino al mese successivo. Devono quindi ridurre al minimo le loro funzioni vitali, le azioni, emozioni.
Per evitare di farvi spoiler, dopo questo preambolo, ci soffermeremo ad un’analisi generale della stagione 2 di Upload. Ci limitiamo solo nel dirvi di godervela molto lentamente, non come abbiamo fatto noi, che in una serata ce la siamo divorata, spinti dalla lunga attesa… soprattutto per dirvi la nostra opinione. Preparatevi ad un cliffhanger degno della prima stagione… non diciamo altro!
Amara verità.
La Stagione 2 di Upload pone in essere, con molta più amarezza rispetto alla prima, le grosse differenze sociali che si trovano su Lakeview, e di conseguenza nel nostro mondo reale. Da un lato, milionari e plurimiliardari che possono permettersi una vita eccentrica, guidati dal denaro sonante. Da un altro, invece, quei poveri 2 giga che devono letteralmente non-vivere per il resto della loro vita digitale.
Ancor più in questa nuova stagione è marcato il mancato rispetto delle persone… ci spieghiamo. Si percepisce in maniera sottintesa che questi avatar digitali vengano considerati meramente come una fonte di guadagno, un letterale mix di carne da macello e petabyte. Non vengono prese in considerazione per ciò che sono. Ovvero persone che hanno affidato all’Horizen la loro fiducia per un futuro risveglio nel mondo reale o il mantenere il contatto coi propri cari.
La serie, rispetto alla prima stagione, tralascia letteralmente alcuni personaggi precedentemente comparsi. Sarà per necessità narrative e di prosecuzione delle riprese, tuttavia questo aspetto ci ha lasciati un po’ appesi. Come ci aspettavamo, la prima stagione ha buttato l’amo su molti aspetti, che in parte vengono discussi ed approfonditi in questo nuovo capitolo. Scopriamo ad esempio, senza fare grossi spoiler, qualche retroscena sull’origine del simpatico AI Guy tuttofare. Egli ora fa’ parte, nella realtà, dei luddisti protestanti nei confronti di Lakeview.
Essa è quindi un’affannosa ricerca della verità sull’incidente di Nathan Brown, impersonato da Robbie Amell. Riteniamo che la serie stia prendendo una buona onda narrativa. In particolare, apprezziamo molto il mix equilibrato di realismo e ironia amara che ci porta. Non vediamo l’ora di leggere la data di uscita della terza stagione…