
Quest’ anno è uscito “Occhiali neri”, il film con cui Dario Argento ha riproposto uno dei generi che lo ha reso tra i più noti cineasti degli anni 70.
Logicamente stiamo parlando del giallo all’ italiana.
Esso è un filone nato nel 1963 con “la donna che sapeva troppo” di Mario Bava e che si diffonderà sempre di più fino a subire il suo declino negli anni 80.
Argento all’ epoca era tra i più famosi maestri del genere e ancora oggi più o meno chiunque sa chi sia.
Ma se c’ era un altro grande maestro del genere che aveva una marcia in più, questo era sicuramente Lucio Fulci.
Regista creativo e innovativo, Fulci è stato un autore che come pochi ha saputo dare grande vitalità al giallo all’ italiana.
Il suo capolavoro assoluto è senza dubbio “Non si sevizia un paperino”, un thriller del 1972 che all’ epoca fece molto scalpore.

Un thriller appassionante. Un paesino della Lucania è preda della violenza di un killer che ha già ucciso brutalmente tre bambini.
Fin dall’ inizio i sospetti cadono su una ricca signora di città arrivata da poco in paese (Patrizia) e una donna accusata di essere una fattucchiera.
Data l’ enorme fatica della polizia a trovare il colpevole, un giornalista di cronaca nera cercherà di risolvere il caso.
Questa è la trama di uno dei più grandi esempi di giallo all’ italiana, che alla sua uscita fu un grande shock a causa dell’ efferata violenza e della morbosità di alcune scene.
Celeberrima ad esempio è la scena in cui Patrizia, completamente senza veli, seduce un bambino.
Tale scena costó una denuncia al regista che però spiegó che il bambino aveva girato senza la presenza dell’ attrice e che quindi avevano girato i controcampi separatamente.
Quando invece i due personaggi risultavano nella stessa inquadratura il bambino, sempre ripreso di spalle, era un nano che fungeva da controfigura.
Ma tornando al film, perché è così bello?
Perché oltre ad essere molto avvincente grazie ad un ritmo incalzante, ha una trama molto ben costruita e un’ambientazione atipica.
Infatti l ‘ambientazione in un paese retrogrado del sud Italia era ancora inedita nel thriller italiano ed essa nel film gioca un ruolo fondamentale.
Grazie a questa scelta, Lucio Fulci, oltre che intrattenere, riesce anche a fare un discorso sociale non per niente banale.
Infatti critica quelle persone che si abbandonano ancora alle superstizioni nonostante la continua modernizzazione del mondo.
Oltre a questo però, ci viene anche detto che alla gente in realtà sembra che non interessi chi sia veramente l’ assassino, basta che il primo sospettato venga subito arrestato e tutti sono soddisfatti.
Ma facendo così, creano ancora più caos di quello già preesistente, non aiutando a far venire fuori la vera realtà dei fatti.
Ci accorgiamo poi che non serve essere un killer per essere una persona ingiusta, poiché la società alcune volte permette delle cose in realtà disdicevoli, oscene.
Immagini bellissime e un ottimo cast.
Guardando questa pellicola ci accorgiamo di quanto Fulci sia stato una grande fonte di ispirazione per tantissimi registi (come ad esempio Tim Burton e Peter Jackson).
La sua regia infatti risulta ancora oggi moderna e di una notevole bellezza nei movimenti di macchina.
Essa è costituita di primi piani molto intensi, spesso raggiunti anche grazie alle zoomate e nelle scene degli interrogatori vengono usate delle inquadrature sghembe molto suggestive.
Ottimi anche il montaggio, la particolare fotografia e la colonna sonora.
Bravissimi anche gli attori, tra cui figura Thomas Milian nei panni del giornalista.
Barbara Bouchet è perfetta nel ruolo di Patrizia, non solo per via della sua sensualità disarmante, ma perché è un personaggio indecifrabile, che ci lascia sempre il dubbio.
Ma uno dei personaggi che più rimane in mente è “la maciara”, la fattucchiera interpretata da una straordinaria Florinda Bolkan, che sfoggia un’ impressionante presenza scenica, grazie anche al solo sguardo.
In conclusione.
Dato che quest’ anno compie 50 anni e non ha minimamente perso il suo fascino, guardatevi “Non si sevizia un paperino”.
Fidatevi che non riuscirete mai a distogliere lo sguardo!